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Aperto tutti i giorni
Santuario Basilica San Nicola da Tolentino - Piazza Silverj, 3 - 62029 Tolentino (MC)
Aperto tutti i giorni
Santuario Basilica San Nicola da Tolentino - Piazza Silverj, 3 - 62029 Tolentino (MC)

Dedicato a Tolentino

Questo progetto è dedicato alla città di Tolentino e alla comunità dei fedeli, con la speranza che possa contribuire alla riapertura della Basilica di San Nicola e alla ripresa della vivacità culturale e produttiva della città. Il nome stesso, San Nicola reMade (rifatto), che in origine voleva indicare solo il lavoro sull'immagine, dopo il terremoto dell'ottobre 2016 ha acquisito un senso
più protondo, che ora anima tutto il progetto di recupero della struttura.
Molti hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, a tutti loro vanno il mio ringraziamento e quello di Maurizio
Galimberti. Voglio citare in particolare, per la disponibilità e lo spirito di collaborazione: Giuseppe Pezzanesi, sindaco della città di Tolentino; i Padri della Comunità Agostiniana della Basilica di San Nicola Massimo Giustozzo, Francesco Menichetti e Gabriele Pedicino; il geometra Giorgio Mancini della ditta AL.MA.

Come è stato realizzato?

9000 pellicole Polaroid che ricomposte formano un mosaico virtuale dell’intero Cappellone di San Nicola a Tolentino, nel suo splendore. Un lavoro durato quattro anni, unico nella storia della fotografia per tecnica e difficolta.
La tecnica, quella molto particolare del fotografo Maurizio Galimberti, noto al pubblico internazionale per i suoi ritratti istantanei in Polaroid: il soggetto è sezionato fotogramma per fotogramma e ricomposto immediatamente in un mosaico che sviluppandosi prende forma sotto gli occhi stupiti dello spettatore.
La difficoltà maggiore da superare, la bidimensionalità degli affreschi arricchiti di spessore e movimento nei mosaici fotografici. Diversi scatti sono stati realizzati anche a molti metri di altezza, portando la sfida artistica anche sul piano fisico.
Attori di questa affascinante avventura sono non i protagonisti dello star system bensi i personaggi che sin dal lontano XIV secolo popolano le pareti del Cappellone di San Nicola.

Il cappellone di San Nicola

Immagino il frate che all'alba va ad aprire la porta del chiostro, fuori c'è una folla venuta da ogni dove che si accalca per visitare la tomba del santo. Sono venuti affrontando sacrifici e marce interminabili, scalzi, con le mani legate per penitenza Ecco, finalmente sono arrivati alla loro meta. Entrano, I primi che entrano si bloccano, si fermano davanti a questa grande cosa tutta da vedere, da leggere, da interpretare. Negli affreschi del Cappellone di Tolentino c'è il dinamismo, c'è la persona, c'è il volume; tutto questo è merito della scuola Giotto ha dato il suo insegnamento ai suoi allievi a Rimini. E quelli, poi venuti a Tolentino, hanno dipinto alla maniera di Giotto, trasferendo quelle novità. Compaiono qui lo stato d'animo, la gioia, la sofferenza. Ci sono i sentimenti.
Questa strage degli innocenti è certamente una delle rappresentazioni più vivaci che esistano perché contiene un movimento che pochi anni prima di Giotto era ssolutamente impensabile.

Giorgio Semmoloni, storico

Nel nostro progetto il termine reMade ha un doppio significato. Il primo è relativo all'arte di Maurizio Galimberti, che con i suoi osaici di Polaroid ricrea i soggetti che fotografa. Il secondo ha a che fare con la tragedia del terremoto, con il ritorno di Galimberti a Tolentino dopo la distruzione. San Nicola reMade: rifatto dall'artista e rifatto dopo il sisma.
L'idea di questo progetto è nata nel 2013, quando Maurizio Galimberti ha realizzato un mosaico di Polaroid da un antico ritratto di mio nonno, il fondatore della farmacia di famiglia, oggi centenaria. Guardando il risultato incredibile del lavoro di Maurizio Galimberti, il modo in cui quel dipinto aveva ripreso vita, ho immaginato che cosa un grande maestro come lui sarebbe stato capace di creare lavorando a un soggetto meraviglioso come il ciclo di affreschi del Cappellone di San Nicola, il gioiello della nostra città. Una volta entrati, davanti agli affreschi del Trecento, ho visto nei suoi occhi una luce particolare. Poche settimane dopo era già al lavoro. Il progetto San Nicola reMade era iniziato.
Questo progetto presupponeva l'uso delle Polaroid, ne serviva un numero importante. Non riuscendo a reperirle tutte in Italia e in Europa, mi sono dovuto rivolgere al mercato statunitense, dove ne ho trovato circa seimila, le ultime.
Quando si stacca un affresco dalla parete, quello che resta del dipinto è una sinopia. Maurizio Galimberti mi aveva chiesto di accantonare un certo numero di pellicole, tenerle a una temperatura particolare e farle scadere.
Si doveva ottenere un particolare viraggio per realizzare quelle che Galimberti ha definito le sue sinopie.
Ci son voluti ben quattro anni di tentativi, ma il risultato è qualcosa di veramente straordinario.

Alberto Marcelletti, ideatore del progetto

Questo progetto nella mia carriera di fotografo e artista è sicuramente molto importante perché mi ha fatto capire la spiritualità, il livello religioso. Quando entri in un posto come il Cappellone di San Nicola, con tutto il suo splendore e se
vogliamo anche la sua inquietudine, non puoi non credere che esista un mondo legato alla fede e alla religione.
Ho capito che dal Cappellone, dalla sua luce incredibile, poteva nascere un'idea stupenda. Da un punto di vista artistico
mi ha dato molto. Il mio è un lavoro on the road, carico di emozioni, senza decidere prima quello che devo fare. Fotografo le emozioni nel momento in cui le vivo, non fotografo i miei preconcetti.
È stata davvero una grandissima palestra questo progetto, alla ricerca del mio movimento sulle immagini. Nonostante gli
affreschi siano piatti, perché sono su di un muro, sono riuscito comunque a dare ad alcuni mosaici una fortissima profondità
e un enorme movimento. Qui a Tolentino i colori sono particolari e i mosaici ottenuti usando anche delle vecchie Polaroid sembrano quasi delle sinopie, delle tracce dell'anima. Anche questa parte l'ho trovata molto forte e molto sorprendente.
Dopo il terremoto, ho deciso di venire con una macchina particolare, la Polaroid Giant Camera 50 per 60 cm. Ho pensato che
questa macchina fotografica incredibile fosse la più adatta per raccontare queste silenziose e dolorose visioni.
La cosa più complicata di questo progetto post terremoto a Tolentino è la difficoltà di raccontare delle immagini dove non cerchi l'estetica della bellezza, ma l'estetica ell'orrore e del dolore, che è silenzioso ma penetrante. Invece di avere davanti soggetti belli, perfetti da fotografare, come era prima il Cappellone di San Nicola, abbiamo davanti la distruzione e l'orrore che solo un terremoto produce.
Con queste immagini si è voluto quasi celebrare una messa laica. Laica perché la fede si carica di emozioni, e io non so se le emozioni hanno una religione, credo siano di tutti, indipendentemente dal loro credo.
Questo Cristo infranto rappresenta secondo me tutto il mondo e tutte le religioni. Questi cocci sistemati sull'altare sono un'immagine che ho voluto trasmettere a tutti. Il terremoto, come la guerra, annienta le persone, annienta i sogni, annienta le vite umane e in questo caso ha annientato anche lo sguardo di un fotografo.

Maurizio Galimberti, fotografo

I testi sono in parte tratti dal docufilm San Nicola reMade di Luca Giustozzi e Massimiliano Sbrolla.
Si ringraziano gli autori e Sky Arte.

I Protagonisti

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